provocazione e metodo per un caso da gestire insieme

Vogliamo condividere questa BUONA PRATICA, che si sta sviluppando positivamente, perchè davvero con l'aiuto reciproco possono essere superate montagne!

 

 

Cari amici

Vi scriviamo per coinvolgervi in un’impresa in cui ci siamo trovati e che non possiamo portare avanti da soli.

Giuseppe è stato inseparabile compagno di scuola di mio figlio negli anni del liceo, stava a casa nostra spessissimo, ha passato con noi più di un’estate. Sua mamma era morta quando lui aveva 5 anni, gli ha fatto da padre il fratello Enrico, di 7 anni più grande di lui; è vissuto in collegio fino alla fine delle medie poi è andato ad abitare con il fratello e il padre in una casa ereditata dalla madre.

Il padre, perso nei suoi farneticanti sogni di grandezza ha dilapidato l’ingente patrimonio della madre facendo vivere ai figli esperienze di amore grandioso e subito dopo di rifiuto, di strumentalizzazione ai suoi scopi, di minacce da parte di gente che urlava dietro alla porta di casa. Ricordo ancora i racconti a mezza bocca di Giuseppe …..

Giuseppe scriveva meravigliosamente, non studiava, faceva tenerezza, ma non riusciva a farsi amare con continuità, ha rifiutato all’ultimo momento  un affidamento da parte della professoressa di italiano …

Giacomo ha mantenuto con lui i contatti in tutti questi anni, noi avevamo sue notizie attraverso Giacomo fino a che adesso ci ritroviamo di nuovo a volerlo aiutare e lui …. a lasciarsi aiutare (speriamo!). Oggi Giuseppe ha 37 anni, non è riuscito a trovare  un lavoro né una relazione affettiva stabili, è stato ricoverato almeno un paio di volte per episodi di grave depressione, ha iniziato e abbandonato più volte le relative cure, nell’illusione di facili guadagni ha giocato alle scommesse sportive il ricavato della vendita della casa materna e ha perso tutto. Adesso sta proprio in fondo, è terrorizzato dall’idea di finire per strada e ha chiesto aiuto a mio figlio. 

Siamo consapevoli della gravità del problema, ma gli vogliamo bene; se è ritornato ci sentiamo di stargli accanto e aiutarlo con tutti i nostri limiti che gli abbiamo bene illustrato.

La situazione oggi è questa: Enrico, il fratello maggiore è esausto, ha una sua piccola famiglia da difendere e non ce la fa in questo momento a farsi ancora carico di Giuseppe,  Giuseppe non ha un lavoro, ha un contratto di affitto di un appartamento che condivide con una ragazza e di cui non riesce a pagare la sua parte, è in fase di valutazione presso il Sert (servizio sociosanitario che si occupa di dipendenze), ha ripreso contatto su nostra insistenza con la psichiatra del Centro di Salute Mentale presso cui è stato curato un paio di anni fa, con cui siamo in contatto.

Vi presentiamo quindi il nostro piano e vi chiediamo di dare una mano a tentare di fargli recuperare autonomia, fiducia, e un po’ di serenità:

Obiettivi a tre mesi:

Giuseppe si affida a Sert e CSM  e segue costantemente le terapie

G. cerca e fa qualunque tipo di lavoro (attualmente ha contratti giornalieri saltuari presso un call center)

Mentre e fino a che questo accade noi uniamo le forze e gli assicuriamo l’affitto della sua stanza pari a 400,00/mese incluse le spese di condominio e riscaldamento

Se quaranta di voi ci vogliono provare, bastano 10 euro  a testa al mese per raggiungere l’obiettivo!

 

A metà gennaio valuteremo come sarà  opportuno procedere. Anche un percorso in una comunità terapeutica sarà una strada da considerare.

Vi chiediamo quindi di partecipare a questa impresa contribuendo mensilmente fino a gennaio con la cifra che riterrete opportuna da versare su un conto corrente dedicato. Qualunque suggerimento è graditissimo e in particolare ovviamente occasioni di lavoro o di accoglienza.

Chi vuole saperne qualche cosa di più o è disponibile a partecipare  ci chiami